Il Museo Varoli e il FAR (Fabbrica Arti di Rimini) sono le due sedi della mostra doppia che traccia un percorso sulla pittura di due autori: Mattia Moreni e Nicola Samorì, fino al 24 gennaio 2016
Mattia Moreni – Nicola Samorì
La disciplina della carne
Museo Civico Luigi Varoli Cotignola
FAR Fabbrica Arte Rimini
4.12.2015 > 24.1.2016
A cura di Massimiliano Fabbri e Massimo Pulini con la collaborazione di Annamaria Bernucci e Giovanni Barberini un testo critico di Alberto Zanchetta
Inaugurazione
- Cotignola venerdì 4 dicembre 2015 ore 18.30
- Rimini sabato 5 dicembre 2015 ore 18
Una doppia mostra che mette in scena un serrato confronto e corpo a corpo tra dipinti e sculture di Mattia Moreni e Nicola Samorì, artisti che hanno fatto dell'ossessione e fascinazione per la materia uno degli snodi principali della loro ricerca e sperimentazione
Mattia Moreni e Nicola Samorì sono artisti di diversa generazione e percorsi, all'apparenza lontanissimi, separati da inconciliabili distanze; ad accomunarli una pittura intesa sempre come luogo di attrito e scontro fertile tra le ragioni “romantiche” del gesto e una lucida riflessione, spietata e incessante, sui limiti e possibilità della pittura stessa, linguaggio primario che i due forzano e mettono costantemente alla prova alla scoperta di nuovi e azzardati modi di vedere, a far scaturire altre immagini, ancora potenti e violente, capaci di scardinare e far saltare le nostre abitudini visive.
La mostra, che si divide in due sezioni distinte e complementari, intreccia e mette in dialogo, all'interno del percorso espositivo, le opere di entrambi, alla ricerca di inattese e cortocircuitanti affinità e sintonie, oltre ai contrasti evidenti; che le differenze tra i due artisti sono molte e lampanti, ma non pochi e niente affatto superficiali anche i punti di contatto e convergenza che questa mostra dissemina e svela lungo il suo articolato percorso. Il doppio, una sorta di drammatica dualità tra natura e cultura, tra immagine e sua sparizione, tra materia grondante e pelli pittoriche raffinate e sottilissime, tra razionalità e assalti, potrebbe quindi essere una sorta di filo che ci guida e orienta all'interno di questo tenebroso labirinto rischiarato da luci e bianchi lunari; una mappa che si disegna tenendo insieme, per un breve tratto, un artista nel pieno della sua battaglia, e un altro che non smette certo di rinnovare stupori e riflessioni grazie a dipinti niente affatto offuscati o scalfiti dalla patina del tempo trascorso.
Museo Varoli e FAR, che in questa occasione si congiungono a tracciare una possibile geografia della pittura oggi e su due autori, infine, non poi così distanti, e che, in questa carne e pasta pittorica sensuale, e nella disciplina del gesto e tecnica che prova ad addomesticare la belva, trovano più di un punto di contatto e sintesi, di convergenza intellettuale prima ancora che epidermica.