Tornano gli appuntamenti speciali al cinema Moderno di Castel Bolognese
Questa sera proiezione dedicata al film documentario " 4 agosto 1974. Italicus, la strage dimenticata" di Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo. Saranno presenti in sala i registi.
Il documentario “4 agosto ’74. Italicus, la strage dimenticata” ripercorre l’intera vicenda del treno Italicus dall’attentato ai processi. Segreti di Stato, neofascismo, P2 e colpevoli perduti, saranno i protagonisti indiscussi di un intreccio rivelatosi un autentico romanzo nero. Ciò che avvenne sull’espresso Roma-Monaco di Baviera il 4 agosto 1974 all’uscita della galleria di San Benedetto Val di Sambro, con 12 morti e 105 feriti, rappresenta il più sanguinoso atto terroristico perpetrato nel decennio maggiormente violento del dopoguerra italiano. Malgrado ciò, questa è la strage meno ricordata e considerata dalla storiografia e memoria nazionale. Come per tutti gli attentati legati alla strategia della tensione, la magistratura non è riuscita a provare pienamente la colpevolezza di mandanti ed esecutori materiali. A chi si affaccia oggi su quella tragedia resta soltanto una ricostruzione storica, ma nessuna certezza giudiziaria. Il documentario intende quindi raccontare, a ormai quarant’anni di distanza, un dramma privato e collettivo, restituendolo a chi vuole leggere i fatti senza censure e omissioni.Tra gli oltre venti intervistati compaiono magistrati, rappresentanti delle istituzioni, avvocati, militanti politici, storici, giornalisti e testimoni che accompagnano lo spettatore nella comprensione di quel particolare momento storico.
Si alternano davanti alle telecamere personalità come Leonardo Grassi (presidente della Corte d'Assise di Bologna e istruttore del processo "Italicus - bis"), Vito Zincani (procuratore capo di Modena), Sergio Flamigni (senatore, membro delle Commissioni parlamentari d'inchiesta Moro, P2 e Antimafia), Valter Bielli (membro delle Commissioni d'inchiesta Stragi e Mitrokhin) e Giovanni Pellegrino (presidente della Commissione stragi). La ricostruzione è affidata anche alle parole degli avvocati Guido Calvi (Consiglio superiore della magistratura), Giuseppe Giampaolo (parte civile al processo Italicus) e Fausto Baldi (Avvocatura dello Stato di Bologna) e alle analisi di Aldo Giannuli (storico del terrorismo e dei servizi segreti italiani), Giuseppe De Lutiis (esperto di eversione e poteri occulti), Ugo Maria Tassinari (esperto del neofascismo italiano), Rocco Ronchi (filosofo teoretico e della comunicazione) e, ancora, a Claudio Santini (giornalista e cronista al processo Italicus), Aldo Balzanelli (giornalista di La Repubblica e cronista al processo Italicus), Nicola Rao (giornalista Rai ed esperto del neofascismo italiano) e Gianni Flamini (giornalista ed esperto della strategia della tensione).Senza dimenticare chi ha vissuto lo stragismo da vicino: Luigi Pavesi (capo-macchinista del treno Italicus), Stefano Baldi (capo-stazione di San Benedetto Val di Sambro), Manlio Milani (presidente della Casa della memoria di Brescia) e Franco Sirotti, fratello di Silver, morto a 24 anni nel tentativo di soccorrere i passeggeri dell’Italicus e Medaglia d’oro al valore civile.
Oltre a queste, il documentario riserva altre rarità, come le testimonianze inedite provenienti da documenti riservatissimi e da alcuni personaggi dell’estremismo nero.
Gli inserti di fiction relativi ai giorni e agli istanti precedenti la tragedia, della famiglia Russo, del turista giapponese Tsugufumi Fukada e del ferroviere forlivese Silver Sirotti restituiscono la dimensione del dramma personale, mentre l’impiego del super8 ricrea l’atmosfera degli anni ’70, così come la colonna sonora originale.
Il lungometraggio, prodotto da Officinemedia con il sostegno di partner pubblici e privati, si avvale di opere e interpretazioni di autori e artisti impegnati quali Roberto Mercadini (che recita un pezzo di Ascanio Celestini), Paolo Sorrentino, Savino Paparella (che legge uno scritto di Pier Paolo Pasolini), Sandro Baldoni, Daniele Biacchessi e Claudio Lolli.