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Storia come natura: gli anni Settanta e Carlo Zauli

 
Storia come natura: gli anni Settanta e Carlo Zauli

Storia come natura: gli anni Settanta e Carlo Zauli

La letteratura sarà al centro del secondo capitolo di “Storia come natura: gli anni Settanta e Carlo Zauli”, in programma martedì 5 giugno alle 21 presso la Sala Oriani del convento di San Francesco a Bagnacavallo. Interverranno gli scrittori Marcello Fois e Alberto Masala; modererà il confronto il curatore del progetto, Christian Caliandro.

L’incontro verterà su uno degli aspetti più interessanti della relazione culturale, e non solo, tra il nostro tempo e gli anni Settanta: le ricostruzioni letterarie di questo periodo da parte di autori contemporanei che, pur a partire da punti di vista diversissimi, compongono un ritratto che, a sua volta, è “più vero del vero”.

«La scelta di includere la città di Bagnacavallo nel progetto - commentano gli organizzatori - è legata al desiderio comune di “fare rete”, di collaborare in maniera attiva e partecipata a progetti i cui contenuti rappresentano un’opportunità culturale non soltanto per una delle singole realtà ma per l’arricchimento di tutto il territorio Romagna, di continuare una collaborazione nata lo scorso anno con la mostra personale di Zauli al convento di San Francesco.»

Guida di questa e delle future tappe in cui si articola il progetto è la capacità di confrontarsi con quello che è accaduto in questa pagina di storia italiana da parte dell'artista faentino Carlo Zauli.

Egli crea negli anni ’70 i “Vasi Sconvolti”, opere che contengono una riflessione coraggiosa sul tempo di forti capovolgimenti che le ha generate. Opere che oggi ancora ci parlano, perché, spiega Christian Caliandro, «gli anni Settanta sono il decennio della recente storia italiana che più è stato oggetto di rimozione storica […] frettolosamente compresso nella definizione liquidatoria di “anni di piombo” […] e sono così diventati, nel corso degli ultimi trent’anni, una sorta di buco nero in grado di risucchiare gran parte delle produzioni creative di quell’epoca, e anche un’idea di identità collettiva».

Per info www.museozauli.it